Namibia Fuoristrada 2006

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Verso Orupembe: la strada è bella e divertente, prima un passo montano stretto e tortuoso, poi una lunga pista in quota in mezzo ad una vallata desertica ampia a perdita d'occhio.

Stefano.

Orupembe
Zava.

Una panza nella savana.

Orupembe

Zava Orupembe

Avrete notato che, specialmente negli ambienbti più trendy, a Milano si sente sempre più spesso dire "troviamoci all'Orupembe" o "vediamoci per un Orupembe".

(Non l'avete mai sentito dire? Allora mi sa che gli ambienti che frequentate sono uin po' out, cheap, demodè.)

Qui vi spiego l'origine di questa moda, che ormai ha offuscato il brunch e l'happy hour.

Alla fine del deserto, lo sciccoso resort di Orupembe (in lingua locale "piccolo posto nel deserto"). La mappa lo riporta come un grosso centro, ma di fatto è costituito solo dall'Orupembe Shop N1, di 2x2 metri, dotato di frigo a gas e raggiunto da una media di due clienti al mese. Orupembe
Sarà per l'atmosfera spumeggiante (qui Umberto) o perché serve solo la mitica bibita sudafricana "Sparletta" (una specie di Fanta ma molto più dolce, color evidenziatore giallo e molto adatta al lavaggio dei pavimenti, se qui ci fossero pavimenti), fatto sta che ci è venuta l'idea di aprire una catena di "Orupembe shop", uno ogni chilometro fino alla location principale che sarà Orupembe Shop N.14.239 a Milano, il nuovo locale cult.

Vi si potranno trovare anche costose zecche in carbonio, ma cosa sono non ve lo posso anticipare.

Umberto Orupembe Sparletta
Verso la foresta pietrificata, dove arriveremo alle 8 di sera, col buio, praticamente senza fari e sopratutto...per sbaglio! Dovevamo invece andare a Twyfelfontein, dove sono andati i mezzi e dove si sarebbe fatto campo! 60Km da rifare all'indietro...

Luca (Sorridente: ancora non sapevamo di aver sbagliato strada...)

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Stefano. IMG_1992.jpg (705456 byte)
Zava. Zava Camelback
Damiano. IMG_2005.jpg (911215 byte)
Spiantata la visita alla Petrified Forest (nessuno ha cuore l'indomani di rifare i 60Km fatti per sbaglio ieri notte) si va a vedere i graffiti di Twyfelfontein (la fonte inaffidabile), "vecchi di 2-6000 anni" (la precisione non è di queste parti).

Oltre 2000 petroglifi e qualche pittura.

Famoso il "dancing kudu" (ma noi abbiamo fotografato questo che di danzare proprio non si sognava. Uno Zava-Kudu, probabilmente). Dancing kudu Twyfelfontein
C'era anche un leone "didattico", che serviva (secondo me) per spiegare ai bambini di allora come era fatto il leone (possibilmente prima che ne incontrassero uno vero che terminasse la loro formazione culturale) e che impronta lasciava.

Salvo che gli facevano 5 dita invece di 4, perché secondo la loro credenza era lo sciamano ad incarnarsi nel leone ucciso e gli sciamani (come gli umani) hanno 5 dita, mentre i leoni ne mettono a terra solo 4.
Ma probabilmente un bambino mesozoico che si trovava di fronte un leone mesozoico queste sottigliezze non stava a sottolinearle.
"A Cuccia, vecchio gattaccio spelacchiato! Vedo bene dalla falange in eccesso che imprimi al suolo che tu non sei un vero leone, bensì il nostro anziano sciamano incarnatosi per fare il solito scherzo che fa da 40 anni."

Ma l'astuto leone...

Famosissimo, 'sto leone, tanto che è stato adottato come logo di Twyfelfontein. Naturalmente ci manca la foto.
però ho questi omini...

Raffigurano (sempre secondo me) l'anziano sciamano (al centro) che racconta la storia del leone (sempre quella da 40 anni) mentre il cacciatore sulla sinistra incocca la sua freccia avvelenata per terminarlo.

"Ooops....mi era sembrato un leone..."

Twyfelfontein graffiti
Formazione rocciosa a Twyfelfontein. Twyfelfontein
Cià, eccolo qua il leone, rubato a itinerariafricani.net

Sulla punta della coda, l'impronta dello sciamano.

Lion Twyfelfontein
Brandberg: massiccio montuoso in mezzo al deserto piatto, spartiacque con le nebbie della costa.

In mezzo al nulla, il giardino Zen roccioso spinoso e un po' tedesco del lodge.

Brandberg Namibia
 

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